Battesimo di Gesù (Proposta liturgia)

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal dal cielo: “Tu sei il mio
figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”.
(Luca 3, 15-16. 21-22)



Narrazione con schematizzazione simbolica della Genesi

”Oggi il Vangelo ci parla dell’acqua: l’acqua di un fiume, il Giordano, dove Giovanni predicava e dove somministrava il battesimo”.

Stende un telo azzurro.

“L’acqua da sempre ha un significato molto importante per la Bibbia. Certo, l’acqua purifica, lava… ma l’acqua è anche presente fin dai primi versetti della Bibbia. La genesi infatti ci disse che agli inizia Dio creò il cielo e la terra, la terra era informe e lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque”.

Pone un telo marrone tutto spiegazzato sul telo dell’acqua, occupandone un pezzettino:

La terra – da cui è stato tratto l’uomo, dirà poi la Bibbia – era informe, ma lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque”.

Svolazza sulle acque – terra un telo bianco che rappresenta lo Spirito, che poi adagia coprendo tutta la scena.

“Questo è un po’ il simbolo di quello che avvenne nel principio: la terra informe, sommersa e circondata dalle acque, e lo Spirito di Dio che aleggiava su di esse…”.

Confronto con il Vangelo e attualizzazione

“Quello che succede nel racconto del Vangelo di oggi è un po’ la stessa cosa:

  • C’è l’acqua
  • C’è la terra – in questo caso l’uomo – tratto dalla terra, che ne viene sommerso – l’uomo “vecchio”, potremo dire, che attende una nuova creazione
  • C’è lo Spirito che riempie e rinnova questo uomo facendone una creazione nuova: l’uomo Gesù che entra nell’acqua non è lo stesso dell’uomo Gesù che ne esce. Perché è avvenuto qualcosa di straordinario, perché per mezzo dello Spirito, come nel principio, è avvenuta una nuova creazione.

 

Il facilitatore scopre di nuovo la terra informe e l’acqua togliendo il telo bianco dello Spirito – colomba

Cosa è successo in quel momento?

Quell’uomo – terra viene riempito dallo Spirito. Non è più solo terra. E’ anche presenza di Dio, unione con Dio (si toglie il telo marrone e lo si sostituisce con il telo giallo).

Certo, Gesù era già Uomo-Dio, ma quello che fa, con questo gesto, è portare tutta l’umanità, la carne umana, a vivere quell’esperienza. Perché da quel momento, attraverso Gesù, il Padre vedrà ogni uomo cosí: terra informe, fragile, ma riempita della sua forza.

E da quel momento l’uomo – l’umanità diventano per lui

  • IL FIGLIO
  • L’AMATO
  • IL SUO COMPIACIMENTO…”

 

Rispecchiamento con immaginazione e introspezione (con musica di fondo)

“Adesso vi invito a chiudere gli occhi… a ripensare al giorno del vostro Battesimo… in cui avete anche voi ricevuto questo Spirito… Prima eravate anche voi informi, fragili… ma poi è disceso su di te lo Spirito creatore ed ha fatto di te il figlio, l’amato, il compiacimento di Dio…

Ti invito a sentire queste parole oggi rivolte a te. Sono parole che il Padre ti ha detto in quel momento ma che continua a dirti sempre, così come lui continua a guardarti sempre…

‘Tu sei mio figlio…’  ‘tu sei mia figlia…’

‘Io ti amo…’

‘Io mi compiaccio di te…’ ‘anche se tu a volte senti di valer poco, senti di aver sbagliato tutto, senti di essere indegno di amore… io ti amo e mi compiaccio di te, sono fiero di te, provo gioia in te…’

Ti invito in questo momento, nel tuo cuore… a rispondere a queste parole di Dio su di te oggi. Cosa vorresti dirgli? Nel tuo cuore dialoga con questo Dio che si rivolge a te così…”

 




 

  1. HERMES RONCHI

 

Spirito e acqua per la vita che sorge

 

Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli, e vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba sopra di lui.

Lo Spirito e l’acqua sono le più antiche presenze della Bibbia, entrano in scena già dal se­condo versetto della Genesi: la terra era informe e deserta, ma «lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque».
Il primo movimento della vita nella Bibbia è una danza dello Spirito sulle acque. Come una colomba che cerca il suo nido, che cova la vita che sta per nascere. Da allora sempre lo Spirito e l’acqua sono legati al sorgere della vita. Per questo sono presenti nel Battesimo di Gesù e nel nostro Battesimo: come vita sorgente.
Di quale vita si tratta? Lo spiega la Voce dal cielo: Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento.
«Figlio» è la prima parola. Ogni figlio vive della vita del padre, non ha in se stesso la propria sorgente, viene da un altro. Quella stessa voce è scesa sul nostro Battesimo e ci ha dichiarati figli, i quali non da carne né da volere d’uomo ma da Dio sono stati generati ( Gv 1,13). Battesimo significa immersione: siamo stati immersi dentro la Sorgente, ma non come due cose separate ed in fondo estranee, come il vestito e il corpo, ma per diventare un’unica cosa, come l’acqua e la Sorgente, come il tralcio e la Vite: la nostra carne in Dio in risposta a Dio nella nostra carne, il farsi uomo di Dio che genera ‘l’indiarsi’ (Dante) dell’uomo. Il nostro abitare in Dio dopo che Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14), il mio Natale dopo il suo Natale.

Amato è la seconda parola. Prima che tu agisca, prima di ogni merito, che tu lo sappia o no, ogni giorno appena ti svegli, il tuo nome per Dio è «amato». Immeritato amore, che precede ogni risposta, lucente pregiudizio di Dio su ogni creatura.

Mio compiacimento è la terza parola. Termine raro e prezioso che significa: tu – figlio – mi piaci. C’è dentro una gioia, un’esultanza, una soddisfazione, c’è un Dio che trova piacere a stare con me e mi dice: tu, gioia mia!

E mi domando quale gioia posso regalare al Padre, io che l’ho ascoltato e non mi sono mosso, che non l’ho mai raggiunto e già perduto, e qualche volta l’ho perfino tradito. Solo un amore immotivato spiega queste parole. Amore puro: avere un motivo per amare non è amore vero.

E un giorno quando arriverò davanti a Dio ed Egli mi guarderà, so che vedrà un pover’uomo, nient’altro che una canna incrinata, il fumo di uno stoppino smorto. Eppure so che ripeterà proprio a me quelle tre parole: Figlio mio, amore mio, gioia mia. Entra nell’abbraccio di tuo padre!

 

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