UN INCONTRO CHE CAMBIA LA VITA (Gv 1,35-42) – II DOM. T.O. B

1. INTRODUZIONE E SENSIBILIZZAZIONE

 

Accoglienza dei partecipanti

  • Accoglienza di ognuno e introduzione: “Ricominciamo con oggi il cammino nell’ordinarietà. Ci troviamo infatti a ricominciare il tempo ordinario, e questa volta a guidarci, come abbiamo visto durante il tempo di Avvento, sarà il vangelo di Marco”.
  • Tema: “Ma anche nell’ordinarietà può succedere qualcosa di straordinario che può cambiare la nostra vita. E il tema del nostro incontro oggi sarà proprio UN INCONTRO CHE CAMBIA LA VITA. Vivremo un incontro speciale…”.
  • La Metodologia. Non staremo solo seduti ad ascoltare ma vivremo questo incontro con tutto di noi stessi: non solo mente ma soprattutto cuore, immaginazione, sentimenti…
  • Regole di partecipazione: Per vivere questo incontro dobbiamo accettare delle regole di gruppo:
  • Ognuno sarà libero di eseguire le consegne, senza sentirsi costretto o condizionato dagli altri;
  • Ognuno parla in prima persona, evitando di rispondere ad altri o creare discussioni;.
  • D’altra parte, ognuno si impegna ad accogliere ciò che gli altri dicono senza giudicare, ridere o commentare;
  • Ciò che ci diremo deve rimanere solo tra noi”.

Invocazione dello Spirito Santo

  • Il facilitatore pone un cero acceso al centro: “Viviamo come sempre un momento di relazione con lo Spirito Santo. Lo Spirito è creatività, è novità, lo Spirito sempre spinge al nuovo… Nel silenzio del tuo cuore incontrati con lui, nell’intimo, cogli la sua azione innovatrice nella tua vita… puoi chiedergli qualcosa, nel tuo cuore”.
  • Concludiamo con un Gloria: Gloria al Padre…



Presentazione con prima associazione al tema

  • “La parola INCONTRO suscita qualcosa in tutti noi… possiamo iniziare associando a questa parola una parola, una emozione o un colore che ci viene in mente” (tutti si esprimono, nel senso del cerchio)

Espressione del bisogno/desiderio

  • “Adesso possiamo chiudere gli occhi e pensare a tutto quello che abbiamo condiviso. Oggi ci viene proposto un incontro speciale che può cambiare la vita. Ma come desidero vivere questo incontro Di cosa ho bisogno per vivere questo incontro veramente? Cerco di cogliere il mio bisogno, il mio desiderio e posso esprimerlo a voce alta con una parola:” Frase invito: “Per vivere un incontro speciale ho bisogno di…”.
  • Dopo che tanti si sono espressi: “Ora possiamo aprire gli occhi ed accogliere la Parola di Dio”.

 

 

2. INCONTRO CON LA PAROLA

 

Lettura di Gv 1,35-42

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

1. INCONTRARE GESU’

Commento con schematizzazione simbolica

“Proviamo a schematizzare questa prima scena.

Intanto c’è una strada (telo grigio a forma di strada), una strada perché c’è qualcuno che sta passando su questa strada.

A lato di questa strada, fermo, c’è Giovanni (telo azzurro), e immaginiamo che Giovanni sia rivolto verso questa strada. Davanti a lui, rivolti verso di lui,  due dei suoi discepoli: Andrea (Telo verde scuro) e Giovanni (Telo verde chiaro), che non è nominato ma sappiamo che si tratta di lui.

In quel momento, mentre stavano conversando, passa Gesù (far passare il telo rosso di Gesù sulla strada, fermandolo in linea con i discepoli).

Non sappiamo che cosa stavano dicendo, cosa Giovanni stava insegnando ai suoi, ma sappiamo che la presenza di Gesù lo toglie da qualsiasi dialogo, qualsiasi cosa stesse facendo, e la sua voce si fa un proclama, un annuncio: Ecco l’agnello di Dio!

Giovanni, da “indicatore” (maestro) si fa “indicante”: indica un altro maestro. Giovanni era con due discepoli, ma non li trattiene a sé.

E subito, cosa succede? Che i due fanno una conversione di sguardo, di occhi, di corpo: si girano, dando le spalle al maestro (mostrare visivamente questa conversione girando i teli)”.

Rispecchiamento

“Vi invito, in questo momento, ad alzarvi e a mettervi intorno a questa scena… (dopo che tutti si sono situati). Vi invito, ora, a girare le spalle alla scena…

In questo momento potete chiudere gli occhi e pensare alla vostra vita: qual è il Giovanni Battista che, un giorno, ha attirato le vostre vite, vi ha attratto, ha suscitato in voi desideri di vita, di rinnovamento? Immagina di essere davanti a lui, in questo momento. Porta alla tua mente il ricordo di come lui ti ha indicato Gesù. Come ti ha fatto intravedere che, al di là di lui, oltre a lui, c’era qualcuno di più grande…”.

Puoi esprimere l’emozione che senti ripensando a questa persona…”.

“Ripensa ora a quel momento in cui hai incontrato Gesù, Dio nella tua vita. Quando te la senti, puoi girarti verso di lui, ripetendo l’esperienza di Giovanni e Andrea. E puoi metterti con il tuo corpo  nella posizione che senti più adatta davanti a Gesù”.

Tutti diventano Andrea o Giovanni con l’immaginazione

(Dopo che tutti si sono girati verso Gesù) “Adesso vi invito a chiudere gli occhi e al tre, rimanendo con gli occhi chiusi, tutti diventerete Giovanni o Andrea…. 1,2,3.

Adesso Andrea, Giovanni, avete visto Gesù e vi siete messi in cammino dietro di lui. Ma lui ora se ferma e volge il suo sguardo verso di te… Percepisci questo sguardo di Gesù che ti raggiunge, che ti scruta, sguardo amoroso, sguardo che penetra il tuo cuore… ed ora invita anche te a guardare dentro il tuo cuore, e ti pone una domanda: «Che cosa cercate?»”.

Guida all’azione in diretta della Parola

“Ti invito ora ad aprire gli occhi e a tornare ad essere te stesso. Gesù adesso ti sta guardando, e sta invitando anche te a guardare dentro il tuo cuore e a rispondere. Che cosa cerchi? Che cosa cerchi… (ripetere la domanda e dire il nome delle persone partecipanti). Rispondi nel tuo cuore a Gesù…”.

Commento

Da P. Ermes Ronchi: “La prima cosa che Gesù chiede non è di aderire ad una dottrina, di osservare i comandamenti o di pregare, ma di rientrare in se stessi, di conoscere il desiderio profondo: che cosa desideri di più dalla vita? Scrive san Giovanni Crisostomo: «trova la chiave del cuore. Questa chiave, lo vedrai, apre anche la porta del Regno».  Gesù, maestro del desiderio, fa capire che a noi manca qualcosa, che la ricerca nasce da una povertà, da una assenza che arde dentro: che cosa ti manca? Salute, denaro, speranza, tempo per vivere, amore, senso alla vita, le opportunità per dare il meglio di me? Ti manca la pace dentro? Rivolge quella domanda a noi, ricchi di cose, per insegnarci desideri più alti delle cose, e a non accontentarci di solo pane, di solo benessere. Tutto intorno a noi grida: accontentati! Invece il Vangelo ripete la beatitudine dimenticata: Beati gli insoddisfatti perché saranno cercatori di tesori. Beati voi che avete fame e sete, perché diventerete mercanti della perla preziosa…”.

Schematizzazione simbolica

“Ma torniamo a Giovanni e Andrea: qual è la loro risposta? Qual è il tesoro che cercano? ‘Maestro, dove dimori?’ Alla domanda di Gesù rispondono con un altra domanda. Non cercano qualcosa che conoscono già, ma sono aperti ad accogliere qualcosa di nuovo. Non sanno, fanno la domanda. Cercano una casa (stendere un telo marrone più lontano dai discepoli). Cercano una casa, un luogo dove abitare… Il popolo di Israele camminò 40 anni nel deserto in cerca di una casa, cercando una terra, un luogo dove dimorare… Dove sentirsi tranquilli, al sicuro…

Gesù, nel vangelo di Giovanni (che scrive questo testo, che vive questa esperienza…) dice: Io vado a prepararvi un posto, poi ritornerò e vi prenderò con me e vi porterò dove sono io… Giovanni e Andrea anticipano questa richiesta: Gesù, vogliamo stare nella tua casa, dove sei tu… e la risposta di Gesù ad ogni discepolo è sempre: vieni e vedrai.

Camminata di rispecchiamento

P. Ermes: “Vieni: ora. Adesso. Senza ritardi, senza pensarci troppo, senza ritornare indietro sui tuoi passi.

Vedrai: la promessa di un qualcosa che succederà, che non puoi conoscere adesso ma vedrai solo poi. E dobbiamo avere il coraggio di seguire una promessa: come Abramo… come Mosè…”…

“Vi invito ora ad alzarvi, e a cominciare a camminare liberamente nella sala… Immaginando il nostro cammino dietro a Gesù… Nella tua vita, forse tu hai già scelto di andare con lui, di  seguirlo… o forse è la prima volta che ricevi questo invito… Gesù ti ha già mostrato la sua casa? Hai già fatto esperienza di ‘dimorare con lui’?”

 

Immaginazione facilitata

(Durante l’immaginazione, togliere i due discepoli lasciando solo la strada con il telo di Gesù)

“Vi invito ora a  fermarvi e a scegliere una posizione comoda, chiudiamo gli occhi e iniziamo a respirare molto lentamente… Ad ogni espirazione scendiamo sempre più dentro di noi, verso il centro, il cuore di noi stessi, là dove lo spirito santo abbraccia la nostra anima.. nella fonte dell’amore in noi, nel luogo della verità di noi stessi. In questo luogo di verità, ti invito a ripensare a questa risposta di Gesù: Vieni e vedi… Lascia ora che una o più immagini emergano dentro di te, che mostrano la casa che Gesù vuole mostrarti… può essere una immagine simbolica, o un fatto reale della tua vita… attendi senza fretta, senza giudicare, ma accogli ogni immagine per ciò che è e per l’emozione che ti trasmette. E quando hai colto l’immagine che maggiormente risuona in te, concentrati su di essa, gustando e assaporando l’emozione che l’accompagna… Poi, quando te la senti, riapri gli occhi, senza fretta”.

Condivisione

Ciascuno condivide l’immagine e l’emozione sperimentata



2. STARE E ANNUNCIARE

Commento con schematizzazione della scena

“Il Vangelo ci racconta che quel giorno rimasero con lui… ma quando tornano a casa non possono trattenere l’esperienza vissuta. Andrea incontra Pietro, suo fratello, e subito gli parla di Gesù, e subito lo porta da Lui… e avviene un altro incontro.

Immaginiamo allora qui questo incontro tra Gesù e Pietro (altro telo azzurro), portato da Andrea (stesso telo di prima), e immaginiamo altre persone intorno a questa scena: un genitore di Andrea e Pietro (telo giallo), un amico di Pietro (telo arancione) e un altro “amico” di Pietro, ma che in realtà lo criticava per il suo modo irruente e impulsivo (telo viola). In più, abbiamo qui la strada, come personaggio.

Siamo nel momento in cui Gesù fissa Pietro e gli dice «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa». Tutti questi personaggi sentono questa frase di Gesù, questo dialogo”.

Scelta del personaggio che risuona di più

“Vi invito ora ad alzarvi e a camminare intorno a questa scena… ascoltate quello che questi personaggi stanno dicendo… sentendo… pensando… e lasciatevi attrarre da uno di essi, non necessariamente quello in cui ci rispecchiamo ma quello che, oggi, risuona più forte in noi, sentiamo parlare più forte…”

Inversione di ruolo con il personaggio

“Adesso potete chiudere gli occhi e, al tre, non sarete più voi stessi ma questo personaggio. 1,2,3… Adesso passerò vicino a voi, vi toccherò la spalla e, quando vi sentite toccati, potete dire chi siete e come vi sentite in questo momento della scena”.

Il facilitatore passa da tutti

Eventuale drammatizzazione

Se c’è il tempo e il gruppo lo sostiene, si può chiedere che rimanga uno per personaggio mentre gli altri escono dal ruolo, e si fa vivere la drammatizzazione.

Alla fine si ritira la scena

Partecipazione

Condivisione rispetto a quanto vissuto.

 

3. PREGHIERA CONCLUSIVA

Ambiente

Porre al centro il telo di Gesù con il cero acceso

Preghiera spontanea

“Concludiamo questa esperienza ponendoci nuovamente di fronte a Gesù, ma questa volta non come personaggio ma come persona viva in mezzo a noi. Cosa vorremmo dirgli adesso? Rivolgiamo una invocazione o una preghiera che sentiamo nel cuore”.

Concludere con la preghiera del Padre nostro

Alla fine, chiedere una parola sintesi dell’incontro.

Scarica la scaletta in PDF – II DOMENICA DEL T.O. B – scaletta dettagliata




Commento di P. Ermes Ronchi

Un Vangelo che profuma di li­bertà, dui spazi e cuori aperti: Gio­vanni indica un altro cui guar­dare, e si ritrae; due discepoli la­sciano il vecchio maestro e si mettono in cammino per sen­tieri sconosciuti dietro a un gio­vane rabbi di cui ignorano tutto, eccetto una immagine, una me­tafora folgorante: ecco, l’agnello di Dio! Ecco l’animale dei sacri­fici, l’ultimo nato del gregge che viene immolato presso gli altari, ecco l’ultimo ucciso perché nes­suno sia più ucciso. Ma nelle pa­role di Giovanni sta anche la no­vità assoluta, il capovolgimento totale del nostro rapporto con Dio. In tutte le religioni il sacri­ficio consiste nell’offrire qualco­sa (un animale, del denaro, una rinuncia…) al Dio per ottenere in cambio il suo favore. Con Gesù questo contratto religioso è svuotato: Dio non chiede più sa­crifici, ora è Lui che viene e si fa agnello, vale a dire sacrifica se stesso; Gesù non prende nulla, dona tutto.

Gesù si voltò e disse loro: che cosa cercate? Sono le sue prime paro­le nel Vangelo di Giovanni. Le pri­me parole del Risorto saranno del tutto simili: Donna, chi cerchi?

Cosa cercate? Chi cerchi? Due do­mande, un unico verbo, dove troviamo la definizione stessa dell’uomo: l’uomo è un essere di ricerca, con un punto di do­manda piantato nel cuore, cer­catore mai arreso. La Parola di Dio ci educa alla fede attraverso le domande del cuore. «Prima di correre a cercare risposte vivi bene le tue domande» (Rilke). La prima cosa che Gesù chiede non è di aderire ad una dottrina, di osservare i comandamenti o di pregare, ma di rientrare in se stessi, di conoscere il desiderio profondo: che cosa desideri di più dalla vita?

Scrive san Giovanni Crisostomo: «trova la chiave del cuore. Questa chiave, lo vedrai, apre anche la porta del Regno». Gesù, maestro del desiderio, fa capire che a noi manca qualcosa, che la ricerca nasce da una povertà, da una as­senza che arde dentro: che cosa ti manca? Salute, denaro, speran­za, tempo per vivere, amore, sen­so alla vita, le opportunità per da­re il meglio di me? Ti manca la pa­ce dentro? Rivolge quella do­manda a noi, ricchi di cose, per insegnarci desideri più alti delle cose, e a non accontentarci di so­lo pane, di solo benessere. Tutto intorno a noi grida: accontentati! Invece il Vangelo ripete la beati­tudine dimenticata: Beati gli in­soddisfatti perché saranno cerca­tori di tesori. Beati voi che avete fame e sete, perché diventerete mercanti della perla preziosa.
Maestro, dove dimori? La richie­sta di una casa, di un luogo do­ve sentirsi tranquilli, al sicuro. La risposta di Gesù ad ogni disce­polo è sempre: vieni e vedrai. Ve­drai che il mio cuore è a casa so­lo accanto al tuo.

 

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