04. Da un incontro, la missione (Lc 1,39-56) (IV Dom Avvento C)

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.

Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc 1,39-56). 




INTRODUZIONE

Ci troviamo nella quarta domenica di Avvento e, continuando a seguire il Vangelo di Luca, ci troviamo davanti a una delle pagine più belle dell’attesa di Gesù: l’incontro tra Maria, che porta nel suo grembo Gesù, e Elisabetta che, dal canto suo, sta vivendo l’esperienza forte dell’amore di Dio per lei. Infatti, per la misericordia di Dio, il suo grembo sterile si è trasformato in terra fertile dove sboccia la vita.

L’incontro tra queste due donne, gravide, tra loro parenti, non solo di sangue, ma soprattutto di fede… la stessa fede nell’unico Dio, il Dio delle promesse, il Dio che sempre sta dalla parte dei poveri. E loro, due donne povere, nella loro umiltà diventano testimoni della potenza e della grandezza di Dio.

È questo incontro che ora siamo chiamati a contemplare. Un incontro che sarà ricordato nei secoli, nei millenni; un incontro che può diventare il paradigma di ogni nostro incontro.

Ma cerchiamo di approfondire la dinamica di questo incontro e vedere come esso può dire qualcosa alla nostra vita.

 


1. Dall’incontro alla missione

Durante l’incontro i teli vengono posizionati l’uno dopo l’altro, man mano che vengono presentati, come per fare una grande strada

In quei giorni

Sono i giorni dell’incontro profondo con Dio. Ha appena ricevuto l’annuncio che sarà madre; ha appena sentito che l’amore di Dio si è effuso su di lei in modo forte.

Maria è la prima missionaria, la prima che va a portare Gesù, che è entro di lei.  La MISSIONE nasce da un profondo incontro con Dio. Vale per Maria, ma vale anche per ciascuno di noi.

Possiamo ripensare ciascuno alla propria storia e vedere come ogni movimento di uscita da noi stessi è stato dettato da un momento di incontro personale con Dio, forte. E’ a partire da questa esperienza che sentiamo il bisogno di donarci agli altri, dell’annuncio e del servizio.

Ognuno di noi/voi sentirà il bisogno/urgenza di ANDARE solo a partire da questa esperienza profonda. Se non ci fosse questo, non avrebbe senso il nostro dare la vita, il nostro lasciare, rinunciare a tante cose.

Possiamo dire allora che l’esperienza di Maria nasce dall’INCONTRO (1 TELO: INCONTRO CON DIO) e questo incontro la spinge ad una missione (2 TELO: LA MISSIONE)

E’ importante tener presente questo perché i rischi sono due:

Chiuderci nell’esperienza intimistica con Dio (INCONTRO SENZA MISSIONE)

Continuare ad “andare”, servire, senza rinnovare quell’Incontro che ne è stata la spinta iniziale (INCONTRO SENZA MISSIONE)

Maria ci mostra che i due, INCONTRO E MISSIONE, devono andare insieme

Rispecchiamento

Da qui una prima domanda che può essere punto di riferimento per noi oggi:

– Cosa mi spinge nel mio servizio? Qual è la sorgente della mia forza?

2. Una terra da raggiungere

 Si mise in viaggio

Come vivere la missione? Ecco il primo atteggiamento del missionario: METTERSI IN VIAGGIO (3 TELO: USCIRE DA SE’)

Fisicamente: è facile comprenderlo.

Ma mettersi in viaggio non è solo partire fisicamente. E’ uscire da se stessi, dalla propria terra, fuori dal tuo modo di pensare, fuori dai tuoi schemi… per far cosa? Per mettere l’altro al centro.

RISPECCHIAMENTO

Uscire da se stessi è mettere l’altro al primo posto. Non “io faccio”, io porto, io aiuto… Ma “cosa tu desideri? Di cosa tu hai bisogno? Come desideri essere amato?”. Cf. il cieco di Gerico…

  1. Qual è la terra che devo raggiungere? Quali sono le persone, in questo momento storico, verso cui mi devo mettere in viaggio? 3. Che “Gesù” devo portare? 3. E che cosa devo lasciare, quale terra mi tiene “legato”?

3. La difficile scalata per arrivare all’altro

Verso la montagna

Certamente, sentiamo tante difficoltà. Ma anche il viaggio di Maria non è stato senza difficoltà: Il viaggio è sempre verso la montagna. (4 TELO: LA MONTAGNA)

La montagna richiama sempre qualcosa di misterioso. L’altro è e rimane sempre un mistero. Scalare la montagna è scalare il cuore dell’altro, è vedere quali sono i desideri più profondi del suo cuore.

Quando voglio visitare l’altro, devo mettere in conto che non sarà facile: sappiamo quante incomprensioni, quanti fraintendimenti, quanti errori, quanti sbagli… Eppure, Maria non si è scoraggiata: è andata avanti.

Rispecchiamento

Dinamica: Quali MONTAGNE devo superare per andare verso l’altro?

 

Come Maria, oggi vogliamo andare. Senza fermarci agli ostacoli.



4. Sentire l’urgenza della missione

Raggiunse in fretta

Maria è anche andata “in fretta”: “l’altro mi attende, l’altro ha bisogno di me”. (5 TELO: SENTIRE L’URGENZA, LA FRETTA)

2 atteggiamenti ci devono spingere alla “fretta”:

  1. Comunicare una lieta notizia. Maria aveva in sé la buona notizia da condividere.
  2. Portare un aiuto concreto. Maria sa che Elisabetta ha bisogno di lei. Tante persone hanno bisogno del nostro aiuto concreto. Il nostro andare è anche nella concretezza, per le urgenze che ci sono.
Rispecchiamento

Elisabetta ha bisogno di aiuto, e sono tante oggi le “Elisabette” che ci attendono con urgenza. E anche tante persone intorno a voi vi aspettano con urgenza: dove non arriva il vostro amore, non arriverà amore.

5. Portare la pace

Salutò Elisabetta

Quando arriviamo all’altro, Maria ci insegna a “salutare”: a dire “pace” (shalom), a trasmettere “pace”: con il nostro sorriso, con la nostra accoglienza. (6 TELO: PORTARE LA PACE)

E’ importante ricercare l’incontro personale. Tra voi, tra ciascuno di voi e con gli altri. L’amore di Dio è personale. Solo nell’attenzione personale a ciascuno si annuncia il Vangelo. Gesù è passato, ha toccato, ha guarito…

RISPECCHIAMENTO

Tante persone possono passarci accanto e non ce ne accorgiamo. Dietro ogni volto c’è qualcuno da scoprire, c’è una attesa. Ogni persona che ci passa accanto è quell’Elisabetta da incontrare, è quel volto da guardare, quel saluto da scambiare. Quel TU verso cui mettermi in viaggio, uscendo da me stesso.

6. I doni dello Spirito

6 Lo Spirito Santo

L’incontro con La presenza di Gesù porta al dono dello Spirito (7 TELO: LO SPIRITO SANTO). Da cui derivano altri doni, che leggiamo nei versetti seguenti ( porre i relativi teli a fianco dello Spirito )

La gioia (Giovanni ha esultato di gioia nel grembo)

Sentirsi amati nella piccolezza (A che debbo che la madre del Signore venga a me)

La benedizione (Elisabetta benedice Maria: vede il mistero che è in lei)

La beatitudine della fede (beata colei che ha creduto)


7. La lode

7 Allora Maria DISSE

La gioia è arrivata al saluto di Maria. Non occorre dire tante cose. La nostra scelta di uscire da noi stessi e andare verso l’altro è già parlante, è già vita donata.

Ora Maria parlerà: Cos’è che dice Maria? Non fa grandi discorsi, non si mette a predicare: lei LODA il Signore, dice la sua esperienza personale di essere stata scelta da Dio nella sua UMILTA’ e POVERTA’. (8 TELO: LA LODE)

Vado incontro all’altro e non so cosa dire: non mi preoccupo. Dico quel po’ di bene che mi sembra sia passato nella mia vita, quella piccola esperienza di Dio fatta. La tua testimonianza di fede parlerà ad altri.

Conclusione

Evangelizzare per noi significa tutto questo.

 

Questo piccolo cammino fatto con Maria ci spinga a vivere in questo tempo di Avvento (e non solo) l’esperienza dell’andare incontro ai fratelli.

 

POSSIAMO GUARDARE QUESTI TELI E CHIEDERCI: COSA MI MANCA NEL MIO CAMMINO DI CRISTIANO MISSIONARIO, BATTEZZATO CHE VIVE LA SUA MISSIONE?

Preghiera conclusiva

Porre la candela accesa al centro della Composizione creata.  Si invita ciascuno ad avvicinarsi al telo della caratteristica che sento di aver più  bisogno in questo momento della mia vita. Si invita, in seguito, a fare una preghiera a partire da questo bisogno- necessità attuale. Si conclude con il Padre nostro.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *