Il cammino per essere grandi (Mc 10,35-45) – PCP Animatore

MATERIALI PER L’INCONTRO:

– Scheda per i partecipanti e DVD dell’incontro.
–  Una candela
– Un telo rosso
– Un rotolo di cordino (deve essere più lungo del cerchio del gruppo)




Accoglienza

(Presentazione dei partecipanti nuovi, eventuali notizie… Dare a tutti il foglietto dell’incontro e lasciare a disposizione alcune penne per scrivere le proprie annotazioni).

Segno della croce e un breve momento di preghiera allo Spirito Santo

(Accendere una candela e porla nel mezzo, per rappresentare simbolicamente la presenza dello Spirito Santo).

“Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. “Amen”

“Di nuovo iniziamo questo incontro ponendoci in relazione con lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo è Amore, e abbiamo bisogno di rinnovare il nostro modo di amare per vivere tutto ciò che il Vangelo ci propone oggi. Il desiderio di essere grandi dimora nel cuore di ognuno di noi… Ma come essere grandi agli occhi di Dio? Con lo Spirito Santo, questo è possibile… Ti chiedo di chiudere gli occhi… Di ripensare alla tua vita… Ripensare a questo giorno… lo Spirito Santo ti ha aiutato oggi, in questo giorno, a fare qualcosa di speciale agli occhi di Dio? Ti ha aiutato a vivere un amore ‘più grande’, non umano ma gratuito come lo è l’Amore di Dio?”(…)

“Se riconosci questa azione e questa sua forza in te, ti chiedo di ringraziarlo in silenzio; se non trovi nella tua memoria questa Sua azione, chiedi, sempre in silenzio, che Egli riversi la Sua forza in te oggi. ”

(Lasciare qualche minuto di silenzio, in modo che ognuno possa vivere la preghiera in modo personale. La preghiera condivisa sarà alla fine dell’incontro. Concludere questo momento con un ritornello allo Spirito Santo che tutti conoscono o con la preghiera del Gloria: Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen).

 

“Accogliamo ora la Parola di Dio che ci accompagnerà in questo incontro”.

Lettura del Vangelo (Mc 10,35-45)

(Qualcuno legge il testo dal foglietto che hanno ricevuto. In questo caso, diamo la preferenza al foglietto rispetto alla Bibbia, in modo che tutti possano accedere alla stessa traduzione usata nella liturgia).

 

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».

Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».

Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Introduzione alla lettura personale

“Vogliamo che questa Parola tocchi profondamente ognuno di noi. Pertanto, ora, faremo alcuni istanti di silenzio, in modo che ognuno possa rileggere il brano che è stato proclamato. Invito ciascuno di voi a fissare (sottolineando, eventualmente, con una penna) la parola o frase che risuona in particolare nel vostro cuore”.

(Lasciare qualche minuto perché ciascuno possa rileggere personalmente il brano).

“Ora che abbiamo letto il testo in modo più approfondito, vi invito a leggere ad alta voce quella parola o frase che vi ha toccato oggi in particolare”.

(Ognuno pronuncia ad alta voce quella parola o frase che ha sottolineato: in questo momento non facciamo risonanze o riflessioni personali sulla Parola, ma rimaniamo nella Parola così come ci è stata consegnata).

Meditazione

“Ora vogliamo approfondire questa Parola, aiutandoci anche con alcuni simboli”.

(L’animatore propone la meditazione con il video “La prospettiva del dono”. Può anche riprodurre la meditazione al vivo, disponendo dei teli necessari).

Silenzio di meditazione e rispecchiamento

“Dopo aver ascoltato questa Parola, lasciamo qualche minuto di silenzio per riprendere le provocazioni e le domande che sono state poste, e che si trovano nel foglietto che avete ricevuto, affinché la Parola possa entrare nelle nostre vite. In questo momento non andiamo a pensare ad altre meditazioni o idee, ma cerchiamo di entrare nel concreto della nostra esperienza, aiutati dalla meditazione che è stata proposta”.

(Lasciare almeno 10 minuti per consentire a tutti di ripensare alle domande di rispecchiamento e rispondere nel loro cuore. Possono, se desiderano, scrivere sul foglietto che rimarrà personale).




Per la meditazione personale

  1. Faccia a faccia con Gesù. Nel mio dialogo con Dio, prendo in considerazione ciò che mi ha già chiaramente detto?
  2. Il desiderio. Qual è il mio più grande desiderio? Ha a che fare con il potere, la grandezza, il primato?
  3. Rivendicazioni. Mi aspetto qualcosa da Lui in cambio di ciò che faccio per Lui e per la Chiesa?
  4. Discordia e ingiustizia. Nella vita comunitaria mi sento messo a un livello inferiore, percependo l’ingiustizia?
  5. Essere schiavo per essere grande. Che relazione vivo con gli altri membri della mia comunità? Ho il coraggio di amare come uno “schiavo”?
  6. Nella mia comunità incontro… Paura o serenità? Giudizio o accoglienza? Critica o incoraggiamento? Spegnimento della “fiamma” o invocazione dello Spirito per coloro che sono in difficoltà? Pretesa o testimonianza che illumina?
  7. Donare la vita. A chi, oggi, sto donando la mia vita?

Condivisione

“Ora che abbiamo riflettuto sulla nostra vita, possiamo condividere. Per questo chiedo di rispettare alcune regole importanti:

– Ognuno condivide ciò che ha pensato e riflettuto, senza essere condizionato da ciò che gli altri condividono;

– Non condivideremo idee ma esperienze, parlando in prima persona;

– Non riprendiamo ciò che l’altro dice, perché l’esperienza di ciascuno è diversa, anche quando sembra simile;

– Ognuno si impegna a non commentare fuori di qui la condivisione dell’altro, perché è un dono prezioso che riceviamo, entrando nella sua vita personale.

Non è necessario condividere la nostra risposta a tutte le domande, anche perché alcune sono più intime. Possiamo vivere liberamente questa condivisione, scegliere alcune delle domande e cercare di essere brevi per dare spazio a tutti”.

(Consentire a tutti, se possibile, di condividere. Aiutare a essere brevi e, soprattutto, che la condivisione riguardi l’esperienza personale e non idee. Se, a causa del tempo, non tutti riescono a condividere, il facilitatore prende nota di chi non ha avuto questa possibilità, per invitarlo a condividere per primo nell’incontro successivo. Lasciare almeno 15 minuti di tempo per la preghiera conclusiva).

Preghiera finale con tecnica immaginativa e simbolo vissuto

(Mettere la candela accesa e il telo rosso che rappresenta Gesù in mezzo del gruppo).

“Mettiamo in mezzo a noi questo telo rosso, che  rappresenta simbolicamente Gesù… La nostra meditazione ha enfatizzato le caratteristiche della vita della comunità, secondo la prospettiva del dono reciproco… Vi invito a chiudere gli occhi e sperimentare, per un momento, quello che abbiamo appena meditato”.

(Mettere l’audio  N. 3 “I legami”, permettendo a tutti di vivere l’esperienza proposta).

(Dopo la breve immaginazione) “Vi invito, alla fine di questo incontro, se lo desiderate, a vivere questo gesto. Abbiamo questo lungo cordino, che vuole rappresentare il legame che vogliamo avere nella nostra comunità, che indica la disponibilità ai fratelli, a essere ‘schiavi’ l’uno dell’altro. Possiamo ‘legarci’, simbolicamente; possiamo, uno alla volta, legare il nostro braccio destro, che rappresenta il nostro potere, la nostra capacità di fare… e, facendo questo gesto, possiamo esprimere una preghiera a Gesù, offrendo la disponibilità a vivere il servizio”.

(Il facilitatore passa il cordino al primo vicino a lui, che lo lega al polso destro, quindi lo passa al secondo e così via, in modo che tutti possano essere “attaccati” allo stesso cordino. Alla fine, lega il nastro al telo di Gesù): “Anche Gesù, e per primo, legato a noi… e così forte che ha perso la vita per noi… Ora, con questa consapevolezza e desiderio di vivere questo tra noi, preghiamo insieme al Padre: Padre nostro … “.

(Concludere con il segno della croce, connesso.) Quindi rilasciare. Chiedere di dire una parola di quello che portano a casa dall’incontro incontrato.

(Concludere con il segno della croce, ancora legati, e chiedere a ognuno di dire una parola che riassuma ciò che porta a casa dall’incontro vissuto. Alla fine ci si slega).

Scarica la scheda03 ANIMATORE – 21 OTTOBRE




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