Un incontro integrale (Lc 24,35-48) – III DOM. T.P. B

1. INTRODUZIONE E SENSIBILIZZAZIONE

 

Accoglienza dei partecipanti

  1. Accoglienza di ognuno e introduzione: “Siamo nel Tempo Pasquale e celebriamo la terza domenica, siamo nell’anno B”.
  • Tema: “Oggi il tema del nostro incontro sarà VIVERE UN INCONTRO INTEGRALE”.
  • La Metodologia. Non staremo solo seduti ad ascoltare ma vivremo questo incontro con tutto di noi stessi: non solo mente ma soprattutto cuore, immaginazione, sentimenti…
  • Regole di partecipazione: Per vivere questo incontro dobbiamo accettare delle regole di gruppo:
  • Ognuno sarà libero di eseguire le consegne, senza sentirsi costretto o condizionato dagli altri;
  • Ognuno parla in prima persona, evitando di rispondere ad altri o creare discussioni;.
  • D’altra parte, ognuno si impegna ad accogliere ciò che gli altri dicono senza giudicare, ridere o commentare;
  • Ciò che ci diremo deve rimanere solo tra noi”.

Relazione con lo Spirito Santo

  • Il facilitatore mette al centro un cero acceso (se c’è, usare il cero pasquale): “Come sempre, iniziamo questo momento davanti alla luce, simbolo del Risorto, e simbolo, anche, dello Spirito che ci permette di accogliere oggi il Risorto nella nostra vita. Ciascuno personalmente, chiudendo gli occhi, può vivere questo incontro con lo Spirito, che non è fuori di noi ma Compagno di strada, compagno di cammino, guida, colui che abita il nostro cuore, ci consola e ci conduce (momento di silenzio).

E esprimiamo la lode che lo Spirito suscita in noi. Gloria al Padre…



Presentazione con fotolinguaggio

  • “Il tema di oggi, l’incontro, suscita certamente in noi tante associazioni. Vogliamo aiutarci, oggi, con delle immagini, a cogliere tutto ciò che l’incontro può rappresentare”

Il facilitatore pone le foto nel mezzo e, seguendo le indicazioni del Foto-linguaggio, invita a scegliere una immagine che dica una caratteristica dell’incontro…

  • Alla fine si condivide a giro l’immagine.

Espressione del bisogno/desiderio

  • “Ti invito ora a chiudere gli occhi e pensare alla tua vita di oggi: Di cosa senti di aver bisogno per incontrare veramente l’altro, gli altri, Dio? Qual è il tuo bisogno più profondo per crescere in questa dimensione? A voce alta puoi esprimerlo, con una parola o una breve frase”.
  • “Ora possiamo raccogliere le foto, e ascoltare la Parola che ci viene incontro”.

 

 

2. INCONTRO CON LA PAROLA

Lettura di Lc 24,35-48

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.

Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

Commento introduttivo

Questo testo è la continuazione del brano dei discepoli di Emmaus, dove Gesù apparve ai due discepoli in cammino da Gerusalemme verso Emmaus. Ciò che sappiamo della storia di questi due discepoli è che, riconoscendo Gesù allo spezzare del pane, nello stesso istante non lo vedono più, perché sparisce dalla loro vista. La certezza che il pellegrino incontrato era Gesù li fa ritornare in Gerusalemma, desiderando non più di andar via, tornare nel quotidiano o procurare altro Messia, ma di restare in quella comunità da dove provenivano, perché sanno che là, allo spezzare il pane, potranno incontrare ancora una volta Gesù.

Vogliamo dare alla nostra meditazione questo tema centrale: l’incontro. Partiamo quindi cercando di capire questo primo incontro, avvenuto al ritorno dei discepoli nella comunità

1.                   INCONTRO TRA I DISCEPOLI

 

Lettura del v. 35

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.

Commento con schematizzazione simbolica

  • “Il vangelo ci parla di questo primo incontro tra, da un lato, i discepoli di Emmaus, que rappresentiamo com un telo rosso, perché i loro cuori stanno ardendo per aver incontrato e ascoltato Gesù, e dall’altro la comunità, che rappresentiamo con un telo marrone, perché si tratta di una comunità ancora incredula e sfiduciata rispetto alla resurrezione di Gesu, persone che non credono oltre a ciò che vedono. Infatti, nei vv. 9-11, Luca racconta che le donne “… tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse”. Loro sono ancora con gli occhi fissi sulla croce (mettere una croce vicino il telo marrone) mentre i discipoli de Emmaus hanno nella testa un altro elemento, un altro simbolo: il pane spezzato (mettere un pane spezzato vicino al telo rosso dei discepoli di Emmaus)”.
  • “Possiamo mettere, in mezzo a questi due modi di “guardare” Gesù, una linea divisoria (porre un telo che divide nel mezzo): stare da una parte o dall’altra è completamente differente. Dal lato della croce, tutto è finito, nulla ha più senso… dal lato del pane, tutto ha un nuovo senso… Di là, la disperazione, di qua, la speranza…”.

Rispecchiamento e condivisione a coppie

  • “Guardando questa contrapposizione possiamo rispecchiare qualcosa di noi… In questo momento, nella nostra vita… qual è la nostra personale esperienza di Gesu? Noi crediamo in un Gesu morto o in un Gesu vivo nella presenza del Pane? Non è la stessa cosa stare da una parte e dall’altra… quale esperienza io ho dell’Eucaristia, del pane spezzato? Possiamo condividere con chi sta al nostro fianco (a coppie) da che parte ci sentiamo in questo momento” (lasciare un breve momento di condivisione a coppie).

 

2.                   INCONTRO CON GESÙ

 

Introduzione

  • “Il primo versetto, quindi, ci racconta del ritorno dei due discepoli di Emmaus e del racconto che loro fanno dell’esperienza vissuta lungo il cammino, e questo ci ha aiutato ad entrare nel primo incontro, fatto di contrasti… Ma, subito dopo, c’è un altro incontro: quello tra Gesu e questa comunità riunita”.

Lettura dei vv. 36-37

Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma.

Commento con schematizzazione simbolica

  • “Anche questo secondo incontro è rappresentato da un contrasto. Ciò che, ai nostri occhi, dovrebbe essere un incontro di gioia piena, si rivela in realtà un incontro contraddistinto dal timore… Cerchiamo di approfondire, perché Gesù appare ma nessuno lo riconosce…”.

Il facilitatore toglie la scena del primo incontro e schematizza questo secondo.

  • “Togliamo la scena del primo incontro e schematizziamo questo secondo. Chi era presente? Luca, al v. 33, dice che i discepoli di Emmaus, dopo aver riconosciuto il Signore, “partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Quindi c’erano gli 11 e altri… chi? Li rappresentiamo tutti in questa scena (mettere i vari personaggi, mentre li si presenta, a cerchio, come se fossero ‘isole’).
  • Telo azzurro: certamente erano presenti le donne, che avevano portato la notizia agli apostoli. Sono le donne alle quali l’angelo aveva annunciato la ressurrezione. Ricordano le parole di Gesù, credono e vanno dagli apostoli. Con loro, rappresentiamo qui chi conserva nel cuore le parole di Gesù, con fiducia, e annuncia…
  • Telo marrone: ancora una volta, quegli stessi discepoli che non vogliono credere, che pensano sia un delirio credere nella resurrezione… Possono rappresentare chi non ha fiducia, ha bisogno di prove; anche se ha un cammino di fede, si chiude davanti alle difficoltà.
  • Telo verde: é Pietro, che, davanti all’annuncio delle donne, era corso al sepolcro (v. 12), ma torna e non dice nulla… Possiamo rappresentare chi va al di là delle apparenze e corre, in fretta, perché non dà tutto per scontato… ma questo non è sufficiente per renderlo testimone, ha bisogno di un segno.
  • Telo viola: rappresentiamo qui, ancora una volta, i discepoli di Emmaus… che hanno riconosciuto il Signore, allo spezzare il pane, ma, ancora una volta, non lo riconoscono… non comprendono che per fare esperienza del Singore bisogna tenere mente e cuore aperti, perché lui è sempre nuovo, sempre differente, sempre ‘al di là’… Possiamo rappresentare, qui, chi si chiude in un’esperienza di fede e non si apre alla novità di Dio ogni giorno…”.

Rispecchiamento con sociometria

  • “La comunità era composta da tutte queste persone, e probabilmente anche altre… Come è la nostra personale esperienza di Gesú? Quale di queste situazioni ci rappresenta? Con autenticità, pensando alla nostra esperienza di ‘oggi’ (domani potrebbe essere differente, ieri potrebbe essere stata differente…) possiamo alzarci e, al 3, posizionarci nell’isola che ci rappresenta. 1,2,3”.

Statua corporea

  • “Vi invito, in questo momento, a chiudere gli occhi. Nel luogo dove ci troviamo, e a partire da quanto esso rappresenta, vi invito, al 3, ad esprimere con il nostro corpo ciò che sentite stando in questa isola. 1,2,3”
  • “Adesso passerò vicino a voi e vi toccherò la spalla. Quando vi sentite toccati potete esprimere a voce alta una parola che associate a questo momento” (Il facilitatore passa possibilmente da tutti).

Simbolizzazione di Gesù al centro

  • “Rimanendo nella nostra posizione di statua, vi invito a rivolgere il vostro sguardo al centro: In mezzo a questa comunità, tanto differente, Gesù appare, veramente…” (mettere un telo bianco).

Messaggio al personaggio “Gesù”

  • “Gesù, che per loro è un fantasma, sta davanti a loro… e sta anche davanti a noi, nelle nostre situazioni personali… e anche noi, spesso, non lo riconosciamo. Rimanendo nella statua, possiamo rivolgere a lui una domanda o dargli un messaggio, dirgli qualcosa che abbiamo nel cuore” (Il facilitatore lascia che tutti liberamente si esprimano).
  • Alla fine, fa sciogliere le statue: “Adesso, al tre, potrete sciogliere la vostra statua e tornare al vostro posto. 1,2,3”.

 



3.                   PACE O PAURA?

 

Lettura v. 36-37

Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma.

Commento con rappresentazione simbolica

  • “Quello che succede, davanti a questa presenza, è qualcosa di misterioso: Gesù annuncia la pace (telo rosa intorno a Gesù): lui viene portando pace, augurando pace… Ma i discepoli sono impauriti, temono (mettere un telo grigio intorno al telo rosa, che arriva ai personaggi in cerchio). Sembra una contraddizione: perché Gesu vuole donarci pace, e i discepoli percepiscono paura?”.

Camminata intorno al simbolo e rispecchiamento con domande interiori

  • “In questo momento vi invito ad alzarvi e camminare intorno a questo símbolo… Nella nostra vita non tutto é sempre chiaro. Molte volte la paura, l’incomprensione… rendono difficile continuare il cammino. Ma, se guardiamo questo simbolo, la paura non è pensata da Dio, da Gesù. È qualcosa che viene nel nostro cuore, è un filtro che poniamo e che non ci permette di vedere bene… È successo, nella tua vita, di non comprendere quello che Dio voleva darti, e di aver paura, sentire insicurezza, stare nel dubbio…?”.
  • Il facilitatore chiede di fermarsi e rimanere in cerchio.
4.                   UN INCONTRO INTEGRALE

 

Lettura dei vv. 38-43

Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.

Commento con schematizzazione simbolica

  • “Tutti pensano di stare davanti a un fantasma… non comprendono… ma Gesù, per richiamarli alla realtà, alla verità, attiva i loro sensi, perché loro lo riconoscano… Non fa segni prodigiosi per confermare la sua identità, ma qualcosa di molto semplice… Cerchiamo di schematizzarlo” (il facilitatore mette delle strisce colorate (o teli piegati a strisce) che partono da Gesù e arrivano alla comunità,  una dopo l’altra  mentre spiega):
  • Striscia gialla(UDITO): “Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?  Ascoltare è molto importante (la pace sia con voi) ma, soprattutto, Gesù invita ad ascoltare se stessi e leggere ciò che sta accadendo in loro… Gesù invita ad accogliere i dubbi per riconoscerli, per darne una ragione. L’ascolto è il primo senso attivato, perché una persona può anche vederlo, ma è attraverso l’ascolto che lo comprende. Quindi Gesù invita a usare l’orecchio, ascoltandolo e ascoltando ciò che si muove dentro di loro”.
  • Striscia fucsia(VISTA): “ Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Per capire chi è, chiede di usare la vista: guardare farà comprendere loro la sua identità, la rivelazione del suo amore… per questo chiede di guardare le ferite che ha ancora… e che rimarranno per sempre, per mostrare il suo amore per loro e per l’umanità…”
  • Striscia arancione(TATTO): “ Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho… Non solo vedere, ma anche toccare… Quando abbiamo paura, non vediamo la realtà, perché le nostre paure abbagliano i nostri occhi… così Gesù chiede di toccarlo, di riconoscere che non è un fantasma. Toccare è l’unico senso reciproco, anche quello che tocca è toccato… Ma si può anche toccare interiormente: sentirsi toccati nel cuore… la Parola, che è ascoltata, può toccarci dall’interno… Quindi Gesù sollecita il senso del toccare”.
  • Striscia rossa (GUSTO): “Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Gli hanno dato un pezzo di pesce arrostito, che mangia davanti a loro… Mangiare è un segno di vita, mangiare insieme è il segno più eloquente di una relazione ricostituita, di una comunione che unisce le nostre vite… Il pesce, lo sappiamo per tradizione, è Lui stesso, che celebra l’Eucaristia con i suoi apostoli. Lui mangia, mangia con noi… comunione in tutti i sensi. Suscita il senso del gusto”.
  • Striscia verde (ODORATO): “Questa scena è piena di profumi: il profumo del pesce arrostito, che già tutti sentivano perché era già pronto per essere mangiato… Gesù non appare fuori dalla storia ma nel quotidiano, dove c’è profumo di cucina, ‘puzza’ di sudore di viaggio… Gesù appare non nell’ideale ma nella storia”.

Esperienza percettiva con simboli

  • “Ma Gesù, ancora oggi, continua a farsi sentire, toccare, odorare… In che modo? Evidenziamo alcuni alcuni segni” (i segni sono posti, simbolicamente, continuando la linea delle strisce, unendo i personaggi centrali al gruppo che è in cerchio intorno alla scena.
  • (UDITO): Mettere la Bibbia e alcuni documenti della Chiesa. “Gesù continua a chiederci l’ascolto, l’ascolto della sua Parola e della parola dei Pastori, della Chiesa…”.
  • (VISTA): Mettere un’immagine di Gesu. “Gesu continua a farsi vedere, attraverso l’arte, nelle bellezze della natura…”.
  • (TATTO): Mettere una croce con il crocifisso. “Gesù continua a farsi toccare, come crocifisso, nel povero, nel malato, nel sofferente…”.
  • (GUSTO): Mettere del pane spezzato. “Gesu continua a farci sentire il suo gusto nel pane eucaristico…”
  • (ODORATO): Mettere dell’olio profumato o incenso. Gesu continua a emanare il profumo che viene usato nei riti, nelle celebrazioni, nei sacramenti…”.
  • “Vi invito ora a vivere um momento intimo di incontro con lui, usando i vostri sensi. Potete liberamente passare da un oggetto all’altro, sperimentando con il ‘senso’ da esso richiamato… odorare l’olio, ponendone una goccia sul vostro polso… gustare il pane, associando il vostro incontro con l’Eucarestia… Toccare la croce associando al crocifisso alcuni crocifissi di oggi che conoscete… inginocchiarvi di fronte all’immagine di Gesù, contemplandola… e infine, prendendo in mano la Bibbia, un facilitatore vi farà ascoltare la Parola, e potrete farlo chiudendo gli occhi (un secondo facilitatore sussurra, per ciascuno che prende in mano la bibbia, una parola biblica, scelta prima come parola d’amore di Dio per lui).
  • Con musica di fondo, permettere che tutti, liberamente, con calma, vivano l’esperienza

Immaginazione facilitata

Quando tutti hanno vissuto il gesto: “Vi invito ora a scegliere una posizione comoda, chiudiamo gli occhi e iniziamo a respirare molto lentamente… Ad ogni espirazione scendiamo sempre più dentro di noi, verso il centro, il cuore di noi stessi, là dove lo Spirito Santo abbraccia la nostra anima… nella fonte dell’amore in noi, nel luogo della verità di noi stessi. In questo luogo di verità, ripensiamo a quanto vissuto, ripensiamo alle nostre paure, alle nostre difese, ma anche alla realtà della presenza di Dio tra noi, di Gesù… lasciamoci toccare da quelle parole, gesti e immagini che più ci sono rimaste dentro. Ripensiamo al nostro bisogno iniziale di fronte all’incontro con l’altro, con Dio… e concentrandoci su di noi e sulla nostra vita, lasciamo che una o più immagini della presenza reale di Gesù nella mia vita emergano, come risposta, dentro di noi… attendiamo senza fretta, senza giudicarle, ma accogliamole per ciò che sono e per l’emozione che ci trasmettono. E quando abbiamo colto l’immagine che maggiormente risuona in noi, concentriamoci su di essa, diamoci tempo per gustarcela, e per assaporare l’emozione che l’accompagna… e fissiamola bene in mente. Poi, quando ce la sentiamo riapriamo gli occhi, senza fretta”.

Condivisione dell’immagine

“Condividiamo l’immagine e l’emozione che l’accompagna”.

3. PREGHIERA CONCLUSIVA

Lettura dei vv. 44-47

Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

Commento

“Tra tutti i sensi, quello che lui ci chiede di usare, oggi e sempre, quello che ha fondato il popolo di Iseraele: ‘Shema Israel… Ascolta Israele…’. E, ascoltando, tutto si chiarisce, tutto assume un senso… ogni cosa va al suo posto, ogni dubbio si dissipa… e l’ascolto li mette in moto: “Di questo voi siete testimoni”.

Ambiente

Il facilitatore pone la Bibbia, aperta, al centro (se c’è, su un leggio); il cero acceso (se c’è, il cero pasquale) e il telo bianco di Gesù, e un cesto con lumini spenti.

Preghiera con simbolo vissuto

“Ora possiamo avvicinarci, fare un gesto alla Parola, quello che desideriamo… e accendere una luce al cero pasquale, dicendo, se vogliamo, una preghiera, un ringraziamento, un impegno rispetto a questa chiamata a essere testimoni di questo incontro, di questa Parola…”

Musica contemplativa di fondo. Lasciare che tutti vivano il gesto; man mano che le candele si accendono si possono abbassare le luci, fino a spegnerle.

Concludere con la preghiera del Padre nostro

“Ora possiamo sollevare queste fiamme… fino al cielo… segno del nostro impegno di testimonianza… e preghiamo il Padre perché ci aiuti a mantenere questa nostra scelta. Padre nostro…”.

Prima di spegnere il cero e i lumini, si può chiedere, a giro, una parola sintesi di ciò che ognuno si porta a casa dopo l’incontro.



III PASQUA ANNO – B – scaletta con consegne dettagliate

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