DARE VOCE ALLA LUCE (Gv 1,6-8.19-28) – III DOM. AVVENTO B

1. INTRODUZIONE E SENSIBILIZZAZIONE

 

Accoglienza dei partecipanti

  • Accoglienza di ognuno e introduzione: “Riprendiamo il nostro percorso, in cui vorremmo fare esperienza di un incontro personale con Dio attraverso lo strumento del Bibliodramma. Approfondiremo il Vangelo della XXX Domenica del Tempo Ordinario Anno A”.
  • Tema: “Oggi il tema del nostro incontro sarà DARE VOCE ALLA LUCE. La persona di Giovanni Battista ci aiuterà in questo percorso”.
  • La Metodologia. Non staremo solo seduti ad ascoltare ma vivremo questo incontro con tutto di noi stessi: non solo mente ma soprattutto cuore, immaginazione, sentimenti…
  • Regole di partecipazione: Per vivere questo incontro dobbiamo accettare delle regole di gruppo:
  • Ognuno sarà libero di eseguire le consegne, senza sentirsi costretto o condizionato dagli altri;
  • Ognuno parla in prima persona, evitando di rispondere ad altri o creare discussioni;.
  • D’altra parte, ognuno si impegna ad accogliere ciò che gli altri dicono senza giudicare, ridere o commentare;
  • Ciò che ci diremo deve rimanere solo tra noi”.




Invocazione dello Spirito Santo

  • Il facilitatore pone un cero acceso al centro: “Viviamo allora un momento di interiorizzazione e di incontro con lo Spirito Santo, rappresentato da questa candela accesa. Guardiamo questa fiamma e cerchiamo di imprimere questa immagine nella nostra mente, nel nostro cuore… Ora possiamo chiudere gli occhi e immaginare questa fiamma dentro di noi, che si muove, che arde, che illumina… Cogliamo, nella nostra storia, e nella nostra esperienza, l’azione di Dio in noi… Nel silenzio del tuo cuore incontrati con lui, nell’intimo…”.
  • Concludiamo con un Gloria: Gloria al Padre…

Gioco di ruolo

  • “Vi invito ora ad alzarvi e a camminare liberamente in questo spazio, stando attenti a rispettare lo spazio dell’altro…”
  • “Adesso potete fermarvi e chiudere gli occhi, e al tre, quando li riaprirete, non sarete più qui ma… in un prato verde dove potrete camminare e correre liberamente. Uno, due, tre. Ti trovi su questo prato grande, tutto è a tua disposizione, cammini guardando la natura, ora puoi correre, anche danzare se vuoi… tutto è chiaro, tutto è a tua disposizione… come ti senti? Esprimi con una parola la tua emozione…”
  • “Adesso potete fermarvi e chiudere gli occhi, e al tre, rimanendo ad occhi chiusi, vi troverete in una strada stretta e tutta buia, e cercherete di camminare non vedendo bene… 1,2,3. Cammini su questa strada ma non ci vedi, non c’è uno spiraglio di luce… tutto è stretto e fai fatica a vedere gli oggetti disseminati nella strada. Inciampi su qualcosa, cadi… Come ti senti? Esprimi con una parola la tua emozione…”.
  • “Adesso potete fermarvi e chiudere gli occhi, e al tre, quando li riaprirete, vi ritroverete qui, in questa sala… 1,2,3”.

Espressione del bisogno/desiderio

  • “Vi invito ora a camminare di nuovo lentamente e liberamente, in questo spazio… pensando alla vostra vita. A volte tutto è molto chiaro, a volte facciamo fatica a capire dove andare, cosa fare, perché non abbiamo luce… Guarda nel tuo cuore e chiediti: di cosa ho bisogno per vivere sempre nella luce? Di cosa necessito perché il mio cammino sia più chiaro? Rispondi nel tuo cuore e trova una parola sintesi che esprima questa tua necessità, questo tuo bisogno. Puoi esprimerla a voce alta”. Frase invito: “Per vivere nella luce ho bisogno di….”.
  • Dopo che tanti si sono espressi: “Ora possiamo aprire gli occhi ed accogliere la Parola di Dio”.

 

 

2. INCONTRO CON LA PAROLA

 

Lettura di Gv 1,6-8.19-28

Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».  Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».  Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

1.                 TESTIMONE DI LUCE

Commento con schematizzazione simbolica

“I primi versetti sono del Prologo di Giovanni, quei bellissimi versetti che ci parlano del Verbo che si fa carne. E il Verbo è presentato come LUCE, nei vv. 4 e 5 che precedono i versetti 6-8 che abbiamo letto: 4In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; 5la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. e anche subito dopo, nel v. 9 Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.

Quindi il Vangelo ci parla di Giovanni testimone della luce, ma di quale luce? Questa luce ha un nome. E’ Gesù (porre al centro un telo giallo che rappresenta Gesù). Gesù stesso dirà, sempre nel Vangelo di Giovanni: io sono la luce del mondo. E per mostrarlo guarisce di sua iniziativa un cieco dalla nascita. Ma dirà anche ai suoi discepoli: Voi siete la luce del mondo.

Gesù luce… noi luce… ma Giovanni non era la luce.

E nemmeno noi, per quanto Gesù ci dice che siamo la luce del mondo, non possiamo esserlo se non come riflesso della luce. Con Gesù, noi formiamo come un sistema solare: il Sole, Gesù, al centro, e tutti gli altri pianeti intorno (porre alcuni teli per rappresentarli) ricevono luce. Tra questi, la Terra… Ma tutto “gira” intorno al Sole…

Entrare nella Costellazione di Gesù

“Per essere luce, allora, dobbiamo essere qui dentro, in questo sistema solare, in questa costellazione, lasciarci baciare dalla luce del Sole… Ma allo stesso tempo non essere troppo vicini, per non bruciare. C’è bisogno di distinzione, chiara, perché altrimenti il Sole brucia… Così io devo rispettare la distanza di Dio, devo vivere nella chiarezza della mia creaturalità, della mia fragilità, perché se mi metto al centro,  non posso più dare la luce. C’è bisogno di distinzione…”.

Statua corporea nella costellazione

“La prima cosa da fare, allora, è porsi dentro il raggio solare… Vi invito ora ad entrare in questa costellazione, immaginando di lasciarvi toccare da questa luce che emana da questo Sole… vi invito ad entrare, e a mettervi in una posizione che vi sembra opportuna per lasciarvi rischiarare dalla luce, facendo come una statua corporea. Dentro la costellazione, potete chiudere gli occhi”. Lasciare che entrino – musica di fondo.

Esperienza sensoriale

ll facilitatore passa davanti a ciascuno ponendo la luce di una lampada, mentre hanno gli occhi chiusi:

“Adesso questa luce vi raggiungerà in modo nuovo e più forte, e vi chiedo, mentre ricevete questa luce, di esprimere una parola, un’emozione che sentite nascere nel cuore”.

Guida all’azione in diretta della Parola e nuova statua corporea

“ ‘Venne un uomo mandato da Dio, il suo nome era Giovanni. Venne come testimone per dare testimonianza alla luce’. Giovanni, mandato da Dio per essere testimone della Luce… ma noi tutti, ora, mandati da Dio a essere testimoni della luce! Adesso ti invito a immaginare su di te lo sguardo luminoso di Dio, che ti guarda, ti sostiene, ti consola… questo stesso sguardo vedi che ora ti fa un cenno, ti indica una strada… qual è la strada nella quale oggi il Signore ti manda? Dove ti invita ad essere testimone della luce? Lascia che la tua immaginazione risponda, in te, creativamente, a questa domanda… E quando cogli in te una risposta, se vuoi dire il tuo sì ad andare puoi aprire gli occhi e uscire da questa costellazione, per andare verso altri ‘mondi’, verso il ‘mondo’ che Dio ti ha indicato, e puoi rimanere, fuori dalla costellazione, in una posizione che indichi il tuo ‘andare’…”.

il facilitatore, se conosce i nomi dei partecipanti, può in questo momento ripetere la frase: ‘Venne un uomo mandato da Dio, il suo nome era…’ ponendo il nome di ogni partecipante al posto di Giovanni. In alternativa questo momento è vissuto nel silenzio con una musica dolce di sottofondo.

Intervista alle statue

Dopo che tutti sono usciti dalla costellazione:

Il facilitatore passa vicino alle varie statue create fuori dalla costellazione e le intervista, a partire dalla posizione che hanno assunto: Esempio di domande: “Quale titolo daresti alla tua statua?” “Dove stai andando?” “Cosa senti nel tuo cuore?”  “Vuoi dare un messaggio agli altri da questa posizione?”

Alla fine, chiede a tutti di sciogliere la stutua: “Adesso possiamo sciogliere le nostre statue e tornare a sedersi”.

Partecipazione

Se c’è tempo, lasciare uno spazio per condividere ciò che ciascuno ha sperimentato in questo primo momento.




2.                 LA MIA VERA IDENTITA’

Commento con schematizzazione simbolica

Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?».

“Quando siamo pieni di luce, suscitiamo negli altri una curiosità: ‘Tu chi sei?’, chiedono a Giovanni. Ma è una domanda che oggi raggiunge anche noi: ‘Tu chi sei, veramente?’. E’ una domanda forte, non di generalità (nome, cognome…) ma di identità: ‘Tu che hai vissuto questa esperienza, di essere stato toccato dalla luce, chi sei?’. Perché toccati dalla luce non siamo più noi stessi ma la Luce vive in noi, Dio riempie il nostro cuore e la nostra vita”.

Il facilitatore prende un telo giallo o dorato e, simbolicamente, facendolo partire dal Sole, lo pone su uno dei pianeti: “Questo pianeta non è più come prima. Cambia il suo colore, mescolato con il colore della luce. E la luce rischiara, da ‘luce’ a ciò che siamo…

«Chi sei, dunque? Sei tu Elia?».

Ecco la prima tentazione che ci viene: essere confuso con i grandi della storia, con le persone famose… Ma Giovanni, con umiltà, dice Non lo sono. Non sono io il Cristo…

Ma allora, chi sei? Che cosa dici di te stesso?

Camminata di rispecchiamento attraverso una immagine

“Se oggi qualcuno ti ponesse questa domanda, cosa gli risponderesti, oggi, in questo momento? Giovanni risponde con una parola, con una immagine: io sono voce. In una parola comunicò la sintesi della sua vita e della sua chiamata…

E tu chi sei? Se dovessi riassumere, in un’unica parola, quello che sei, oggi, come lo riassumeresti? Qual è la tua missione, che missione la luce ti dà?

Ti invito ora ad alzarti e a camminare liberamente in questo spazio, rispettando lo spazio dell’altro. Ripensa a questa domanda… lascia che una risposta sorga dal cuore. Chi sei tu? Quale missione la luce ti mostra? Sintetizza con una parola… E quando la trovi, comincia a dire sottovoce: Io sono…, e ripetilo, in continuazione…”.

Parola in movimento armonico

Quando si percepisce che tanti hanno cominciato a dire questa parola: “Adesso pronunciate questa frase a voce più alta… sempre più alta… e adesso ti invito ad unire, a questa parola, un movimento… che sia in sintonia, in armonia con la parola: io sono….

Quanto tutti hanno unito un movimento: “E adesso possiamo incontrare l’altro, e comunicargli questa parola, con questo movimento, e presentandoti all’altro così” (Lasciare un tempo per vivere questo incontro).

Condivisione della parola

“Adesso possiamo metterci tutti in cerchio e, uno alla volta, ci presenteremo in questo modo agli altri, con la parola e con il movimento che ha scelto, e si dirà l’emozione che si sperimenta facendo questo, e poi inviterà un altro a fare lo stesso…” (Si vive questo momento di condivisione di tutti).

Partecipazione

Se c’è tempo, concludere questo momento con una condivisione più ampia di quanto sperimentato.

3.                 APERTI ALLA SPERANZA

Commento

«Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo»… 

“Pur nella coscienza forte della sua missione, Giovanni sapeva che la sua missione non era tutto. Che un Altro avrebbe completato la sua missione… Ma doveva fare la sua parte, perché poi, come sappiamo dagli altri vangeli, Gesù avrebbe battezzato nello Spirito Santo… Giovanni viveva la sua missione aperto alla speranza, aperto a qualcosa di nuovo e di più grande che avrebbe dato ancora più senso, più luce a quanto fatto da lui…”.

Immaginazione facilitata

“Vi invito ora a scegliere una posizione comoda, chiudiamo gli occhi e iniziamo a respirare molto lentamente… Ad ogni espirazione scendiamo sempre più dentro di noi, verso il centro, il cuore di noi stessi, là dove lo spirito santo abbraccia la nostra anima.. nella fonte dell’amore in noi, nel luogo della verità di noi stessi. In questo luogo di verità, torniamo alla parola con cui ci siamo presentati, alla nostra missione… Lascia che ancora una volta la luce ti raggiunga, e che possa illuminare ancora più forte questa tua missione… E lascia che emerga da te una immagine, di questa tua missione raggiunta dalla grazia del Signore, potenziata dalla presenza del Signore… Lascia che una o più immagini emergano dentro di te… può essere una immagine simbolica, o un fatto reale della tua vita… attendi senza fretta, senza giudicare, ma accogli ogni immagine per ciò che è e per l’emozione che ti trasmette. E quando hai colto l’immagine che maggiormente risuona in te, concentrati su di essa, gustando e assaporando l’emozione che l’accompagna… Poi, quando te la senti, riapri gli occhi, senza fretta”.

Condivisione

Tutti condividono l’immagine e l’emozione sperimentata

 

3. PREGHIERA CONCLUSIVA

 

Ambiente

Togliere la costellazione e lasciare solo il telo giallo del Sole e la candela accesa vicino. Porre un cesto con lumini spenti.

“Il Sole non è solo un simbolo. Il Sole, con questa luce vera al fianco, ricorda che Gesù, il Sole, è realmente presente in mezzo a noi…”

Simbolo vissuto

“Ora vi invito a ricevere veramente questa luce… non solo simbolicamente, ma ricevere la fiamma dal Sole che è Gesù. Uno alla volta, se  lo desiderate, potete avvicinarvi a questa fiamma e ricevere la luce, accendendo il lume a questa fiamma. E mentre ricevete questa luce, potete esprimere una preghiera, una invocazione o un ringraziamento a Gesù luce, per questo incontro che abbiamo vissuto”.

Lasciare che tutti, chi desidera, vivano il gesto.

 

 

Concludere con la preghiera del Padre nostro

“Adesso, possiamo tenere la luce con la  mano destra, e possiamo porre la mano sinistra sulla spalla del fratello che troviamo al nostro fianco… così, pregando il Padre nostro, preghiamo per questa luce che sta in noi ma anche nel fratello, sosteniamoci reciprocamente nella preghiera per la missione a cui ciascuno è chiamato”.

Padre nostro…

 

Alla fine, chiedere una parola sintesi dell’incontro.

 

III DOMENICA DI AVVENTO B – scaletta dettagliata




 

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