Aprire alla dimensione spirituale: l’invocazione dello Spirito Santo



La preghiera, posta all’interno di questo primo momento, può essere una breve invocazione dello Spirito Santo, aiutando i partecipanti anche ad entrare in contatto con lo Spirito che abita dentro di loro. Sarà questa dimensione spirituale, infatti, che aiuterà ad aprire ad un incontro vero con l’altro/Altro.

La fase di introduzione e riscaldamento prevede normalmente un momento di invocazione allo Spirito Santo, breve ma intenso.

Davanti a tante e diverse forme in cui si può svolgere questa invocazione, nell’incontro con la metodologia del Bibliodramma si privilegia una modalità personale, la proposta di un incontro con lo Spirito lasciato alla libertà e spontaneità del partecipante. Questo momento libero e spontaneo può essere vissuto nel silenzio, concludendo con una preghiera breve fatta tutti insieme (es. il Gloria al Padre).

Per entrare nella dinamica metodologica e nella filosofia e concezione di persona propriamente cristiana che sottostà ad essa, è bene aiutare i partecipanti non tanto ad “invocare” una Presenza esterna quanto coscientizzarli sulla Presenza dello Spirito Santo in loro, dono del battesimo. La filosofia dell’approccio bibliodrammatico infatti  parte dalla consapevolezza che nell’uomo c’è lo Spirito che abbraccia dal di dentro la persona e desidera portarla a questo incontro con il divino. Far prendere coscienza di questa realtà può aiutare ad un maggiore apertura all’accoglienza del dono di Dio.

Normalmente aiuta porre al centro un cero che aiuta a ritualizzare il momento; può essere utilizzata anche una musica di sottofondo o un canto allo Spirito (anche registrato) che aiuta all’interiorizzazione e all’apertura.

Se l’incontro di Bibliodramma è vissuto da un gruppo che fa un cammino stabile  attraverso questa metodologia, è bene vivere questo momento iniziale in modo creativo, scegliendo modi diversi per renderci più consapevoli di questa Presenza.

Qualora l’incontro venga proposto in un contesto laico, come approfondimento culturale, non è opportuno, per rispetto ai partecipanti, vivere la preghiera; è bene comunque non rinunciare a questo momento di spiritualità. Non potendo sottolineare il discorso di fede, il facilitatore può aiutare i partecipanti a mettersi in rapporto con la realtà più spirituale di se stessi; il cosiddetto centro di se stessi,  che in diverse filosofie e spiritualità è chiamata “anima”.

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