Mc 1,1-8 – II DOM. AVVENTO B

   “RICOMINCIARE”

1. INTRODUZIONE E SENSIBILIZZAZIONE

 

Accoglienza dei partecipanti

  1. Accoglienza di ognuno e introduzione: “Ci ritroviamo per il secondo incontro di preparazione al Natale, approfondendo e vivendo il vangelo della liturgia della domenica. Oggi siamo nella II Domenica di Avvento”.
  • Tema: “Oggi il tema del nostro incontro sarà RICOMINCIARE. Il tempo di Avvento contiene una grazia speciale, che ci dà la possibilità di iniziare di nuovo, di riprendere il cammino… oggi approfondiremo questo nella nostra vita”.
  • La Metodologia. Non staremo solo seduti ad ascoltare ma vivremo questo incontro con tutto di noi stessi: non solo mente ma soprattutto cuore, immaginazione, sentimenti…
  • Regole di partecipazione: Per vivere questo incontro dobbiamo accettare delle regole di gruppo:
  • Ognuno sarà libero di eseguire le consegne, senza sentirsi costretto o condizionato dagli altri;
  • Ognuno parla in prima persona, evitando di rispondere ad altri o creare discussioni;.
  • D’altra parte, ognuno si impegna ad accogliere ciò che gli altri dicono senza giudicare, ridere o commentare;
  • Ciò che ci diremo deve rimanere solo tra noi”.

Invocazione dello Spirito Santo

  • Il facilitatore pone un cero acceso al centro (o accende la seconda candela della corona di Avvento): “Viviamo come sempre un momento di relazione con lo Spirito Santo. Lo Spirito è creatività, è novità, lo Spirito sempre spinge al nuovo… Nel silenzio del tuo cuore incontrati con lui, nell’intimo, cogli la sua azione innovatrice nella tua vita… puoi chiedergli qualcosa, nel tuo cuore”.
  • Concludiamo con un Gloria: Gloria al Padre…




Presentazione con prima associazione al tema

  • “Forse abbiamo sentito tante volte la parola Quando ci prepariamo al sacramento della Confessione, sempre viviamo questa esperienza. Ma cosa è per noi questa parola? Invito ciascuno, a giro, ad associare a questa parola un’immagine, o una metafora, o un colore” (tutti si esprimono, nel senso del cerchio)

Sociometria (barometro): Il nostro desiderio di ricominciare

  • “Ma quanto questo tema tocca la nostra vita? Cerchiamo di misurarlo attraverso una sociometria. Creiamo, in mezzo a noi, una linea, la linea del nostro desiderio di novità, di riprendere in mano in modo nuovo, diverso la nostra vita…. Un’estremità indica un desiderio grande, forte (indicarla con un telo), l’altra indica l’indifferenza: mi va bene così, non mi interessa cambiare… (indicarla con un telo di colore diverso). Al centro poniamo una linea per indicare la metà”.
  • “Ora vi invito a pensare dove vi trovate voi, su questa linea. Al 3, tutti insieme vi posizionerete nel punto che avete pensato, in base a come sentite oggi questa realtà nella vostra vita. Non ci lasciamo però condizionare dagli altri, ma viviamo questo momento con autenticità. Solo ricordo che non ci si può porre nel centro. 1,2,3.”
  • Il facilitatore come sempre legge la “foto di gruppo” e fa interviste chiedendo liberamente di esprimere il perché ci si è posizionati in quel punto della linea.

Espressione del bisogno/desiderio

  • “Adesso, rimanendo là dove siamo, possiamo chiudere gli occhi e pensare a tutto quello che abbiamo condiviso. Cerco di cogliere il mio bisogno, il mio desiderio rispetto a questo tema: Di cosa ho bisogno per ricominciare? Rispondiamo con una parola sintesi, a voce alta” Frase invito: “Per ricominciare ho bisogno di…”.
  • Dopo che tanti si sono espressi: “Ora possiamo aprire gli occhi ed accogliere la Parola di Dio”.

 

 

2. INCONTRO CON LA PAROLA

 

Lettura di Mc 1,1-8

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.  Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

1. INIZIO DEL VANGELO

Commento con schematizzazione simbolica

“La parola di oggi ci offre i primi versetti del Vangelo di Marco. E la parola iniziale è sorprendente: Inizio del Vangelo. Desidero porre qui un telo verde, al centro, per rappresentare questa parola…. “INIZIO”…

Altri due libri della Bibbia, ricordiamo, iniziano così. Il primo, la Genesi: In principio Dio creò il cielo e la terra. All’inizio di tutta la Bibbia è presentato Dio come Creatore… L’altro libro, scritto dopo gli altri evangeli, tra gli ultimi, è il Vangelo di Giovanni: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. L’ultimo Vangelo che ci offre un altro pezzetto di Dio: il Dio Relazione. E il Vangelo di Marco, tra i due. Inizio del Vangelo. Quello di Marco è il primo vangelo, che significa buona, bella notizia. Siamo all’inizio di una buona notizia, altro pezzetto di Dio:  un Dio Salvatore, un Dio che entra nella storia per farsi prossimo dell’uomo.

Siamo nel Tempo di Avvento che ci prepara proprio a rivivere, nella nostra storia, questo inizio. E’ tempo per ricominciare!

Ma per iniziare è necessario finire. Per aprire è necessario chiudere. Allora pongo qui, dietro il nostro telo verde –  il nostro inizio, un altro telo, di colore viola. Viola, ricordiamo, indica cambiamento, cosa da convertire, da modificare… Vogliamo indicare con questo telo il passato. Ciò che viene prima dell’inizio e che deve finire perché ci sia un inizio”.

Camminata di rispecchiamento (musica di fondo)

“Per cogliere, vivere questo inizio che Marco ci propone, è necessario allora che ciascuno di noi entri in questo inizio. Che ciascuno di noi chiuda con quello che può impedire, ostacolare, un nuovo inizio. Cosa ti tiene imprigionato? Cosa è che ti impedisce di ricominciare? Ti invito ad alzarti e a cominciare a camminare nella sala, e a pensare alla tua vita. Cos’è che oggi sei chiamato a chiudere? Fai venire alla memoria ciò che ti tiene legato al passato, ciò che può impedirti di ricominciare… Dai un nome a questo fatto, a questa situazione…”

Statua corporea

“Ti invito ora a fermarti e, pensando a questa cosa che ti tiene prigioniero del passato, ti chiedo di esprimere, con il tuo corpo, come facendo una statua, il tuo sentirti prigioniero di questa situazione. Al 3, tutti potrete esprimere con il vostro corpo questa realtà. 1,2,3.

Adesso passerò vicino a voi, vi toccherò la spalla e quando vi sentite toccati potete esprimere una parola che associate a questo momento”.

Il facilitatore passa possibilmente da tutti

“Adesso ci viene offerta una nuova possibilità. Di chiudere definitivamente con questa prigionia, di liberarci per dare inizio ad una vita nuova… Vi chiedo allora, se ve la sentite, se volete vivere questo, pian piano di uscire da questa situazione di prigionia e di esprimere, con il vostro corpo, gradualmente, la vostra libertà. Potete iniziare piano, a liberare questo vostro corpo che è prigioniero…

Lasciare alcuni secondi perché tutti possano vivere l’esperienza. Poi passare di nuovo dalle varie “statue” a esprimere una parola che associano al momento. Alla fine, sciogliere le statue e tornare al posto.



2. ACCOGLIERE L’ANNUNCIO

Commento con schematizzazione simbolica

“Se siamo pronti per ricominciare, il vangelo di oggi ci parla dell’inizio. Di come si comincia. E ogni nuovo inizio richiede un annuncio. L’annuncio che è chiuso il passato e inizia il nuovo. Giovanni ha vissuto questo ruolo, di annunciatore. A suo modo, per il suo tempo…”

“Quali le caratteristiche di Giovanni? (rappresentarle con dei teli)

Grida: indica urgenza, desiderio grande, ansia perché sia ascoltato… (telo giallo acceso)

Battezzava: Offriva a tutti un’occasione, vedeva ogni uomo con speranza… Accettava tutti quelli che venivano con cuore sincero, non faceva preferenze… (telo azzurro)

Proclamava: Non solo di convertirsi, ma il perché: e il perché era una persona, colui che ‘Viene dopo di me’. Ciò che faceva, Giovanni, lo faceva non per un ideale, per un progetto suo, ma per una persona, per la quale valeva la pena fare tutto questo… (telo rosso)”

Rispecchiamento

“Per poter iniziare allora è necessario accogliere questo annuncio. Perché il nuovo entri, devo accogliere le sue necessità, l’impegno che mi chiede. E l’impegno per noi è ascoltare una nuova voce (1), è accogliere la purificazione (2), è accogliere una persona (3).

Guardo questi 3 simboli, di ciò che mi viene richiesto oggi, in questo nuovo inizio. Da dove sento di dover cominciare? Ad ascoltare i profeti di oggi, che mi annunciano la verità, o passare per la purificazione scegliendo la conversione, o accogliere veramente Gesù nella mia vita? Vi invito ad avvicinarvi, ora, al tel che rappresenta ciò che sentite sia il passo che dovete fare oggi, nella vostra vita”.

Condivisione

“Chi desidera può condividere brevemente il perché di essersi posizionato nell’una o nell’altra isola”.

Lasciare che si condivida e far tornare al posto. Togliere i teli

 

3. DARE UN PASSO

Commento con schematizzazione della scena

“Molta gente accorreva da Giovanni: ‘Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. ’ Cerchiamo di approfondire, ora, questa esperienza.

Poniamo, quindi, qui in mezzo a noi la scena.

– Giovanni (telo marron chiaro)

– una persona che viene da molto lontano, da un piccolo e lontano paese della Giudea (telo verde)

– un pubblicano (esattore delle tasse) che era un peccatore pubblico e quindi sapeva di avere molto peccato

– una prostituta in fila anche lei per essere battezzata

– mettiamo anche qui, un po’ lontano, un fariseo che giudica perché non ammette la conversione dei peccatori (telo argento)

– e, infine, l fiume Giordano (telo azzurro), che è testimone di questo che sta avvenendo”.

Scelta del personaggio che risuona di più

“Vi invito ora ad alzarvi e a camminare intorno a questa scena… ascoltate quello che questi personaggi stanno dicendo… sentendo… pensando… e lasciatevi attrarre da uno di essi, non necessariamente quello in cui ci rispecchiamo ma quello che, oggi, risuona più forte in noi, sentiamo parlare più forte…”

Inversione di ruolo con il personaggio

“Adesso potete chiudere gli occhi e, al tre, non sarete più voi stessi ma questo personaggio. 1,2,3… Adesso passerò vicino a voi, vi toccherò la spalla e, quando vi sentite toccati, potete dire chi siete e come vi sentite in questo momento della scena”.

Il facilitatore passa da tutti

Eventuale drammatizzazione

Se c’è il tempo e il gruppo lo sostiene, si può chiedere che rimanga uno per personaggio mentre gli altri escono dal ruolo, e si fa vivere la drammatizzazione.

Alla fine si ritira la scena

Immaginazione facilitata

“Vi invito ora a scegliere una posizione comoda, chiudiamo gli occhi e iniziamo a respirare molto lentamente… Ad ogni espirazione scendiamo sempre più dentro di noi, verso il centro, il cuore di noi stessi, là dove lo spirito santo abbraccia la nostra anima.. nella fonte dell’amore in noi, nel luogo della verità di noi stessi. In questo luogo di verità, ripensiamo a quanto vissuto… A questa nuova possibilità, nuovo inizio che ci è dato la possibilità di vivere… a questo annuncio che mi raggiunge… e ripenso a questo popolo che ha accolto l’annuncio, andando a farsi battezzare… Lascia che una o più immagini emergano dentro di te, che mostrano il passo che anche tu devi dare in questo nuovo inizio… può essere una immagine simbolica, o un fatto reale della tua vita… attendi senza fretta, senza giudicare, ma accogli ogni immagine per ciò che è e per l’emozione che ti trasmette. E quando hai colto l’immagine che maggiormente risuona in te, concentrati su di essa, gustando e assaporando l’emozione che l’accompagna… Poi, quando te la senti, riapri gli occhi, senza fretta”.

Condivisione

Ciascuno condivide l’immagine e l’emozione sperimentata

 



3. PREGHIERA CONCLUSIVA

 

Ambiente

Porre al centro la candela e il telo verde che rappresenta l’inizio. Vicino, una immagine di Gesù

Preghiera spontanea a giro

“Concludiamo ora offrendo tutto quello che abbiamo vissuto al Signore. Abbiamo questo telo verde, che simbolizza questo inizio che oggi abbiamo tentato di celebrare. Adesso possiamo prenderlo in mano, e passarcelo, e ciascuno, ricevendo questo simbolo, può fare una preghiera, una invocazione o una lode al Signore alla fine di questo incontro”.

(passare il telo nel senso del cerchio)

Concludere con la preghiera del Padre nostro

Alla fine, chiedere una parola sintesi dell’incontro.

 



P. Ermes Ronchi

 

Il Vangelo di questa domenica è chiuso tra due parentesi che subito dilatano il cuore.

La prima: inizio del vangelo di Gesù.

E sembra quasi una annotazione pratica, un semplice titolo esterno al racconto. Ma il sigillo del senso è nel termine «vangelo» che ha il significato di bella, lieta, gioiosa notizia.

Dio si propone come colui che conforta la vita e dice: «Con me vivrai solo inizi, inizi buoni!» Perché ciò che fa ricominciare a vivere, a progettare, a stringere legami è sempre una buona notizia, un presagio di gioia, uno straccetto di speranza almeno intravista. Infatti è così che inizia la stessa Bibbia: Dio guardò e vide che era cosa buona!

La bella notizia di Marco è una persona, Gesù, un Dio che fiorisce sotto il nostro sole. Ma fioriscono anche altri minimi vangeli, altre buone notizie che ogni giorno aiutano a far ripartire la vita: la bontà delle creature, le qualità di chi mi vive accanto, i sogni coltivati insieme, le memorie da non dimenticare, la bellezza seminata nel mondo che crea ogni comunione. A noi spetta conquistare sguardi di vangelo! E se qualcosa di cattivo o doloroso è accaduto, buona notizia diventa il perdono, che lava via gli angoli oscuri del cuore.

Infine la parentesi finale: Viene dopo di me uno più forte di me. Giovanni non dice: verrà, un giorno. Non proclama: sta per venire, tra poco, e sarebbe già una cosa grande. Ma semplice, diretto, sicuro dice: viene. Giorno per giorno, continuamente, adesso Dio viene. Anche se non lo vedi, anche se non ti accorgi di lui, viene, in cammino su tutte le strade. Si fa vicino nel tempo e nello spazio. Il mondo è pieno di tracce di Dio.

C’è chi sa vedere i cieli riflessi in una goccia di rugiada, Giovanni vede il cammino di Dio nella polvere delle nostre strade. E ci aiuta, ci scuote, ci apre gli occhi, insinua in noi il sospetto che qualcosa di determinante stia accadendo, qualcosa di vitale, e rischiamo di non vederlo: Dio che si fa vicino, che è qui, dentro le cose di tutti i giorni, alla porta della tua casa, ad ogni risveglio. La presenza del Signore non si è rarefatta in questo mondo distratto, il Regno di Dio non è stato sopraffatto da altri regni: l’economia, il mercato, l’idolo del denaro.

Io credo che il mondo è più vicino a Dio oggi di dieci o vent’anni fa. Me lo assicura la libertà che cresce da un confine all’altro della terra, i diritti umani, il movimento epocale delle donne, il rispetto e la cura per i disabili, l’amore per l’ambiente…

La buona notizia è una storia gravida di futuro buono per noi e per il mondo, gravida di luce perché Dio è sempre più vicino, vicino come il respiro, vicino come il cuore. Profumo di vita.

 

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