La presentazione attraverso il “fotolinguaggio”  con eventuale prima associazione al tema




La presentazione può essere realizzata anche attraverso la scelta di un’immagine nella quale il partecipante riconosce qualcosa di sé rispetto alla consegna data dal facilitatore, che può riguardare la propria persona ma anche il proprio modo di sentire il tema.

In questo caso il facilitatore colloca le immagini (fotografiche o disegni) al centro del cerchio o su di un tavolo ed invita i partecipanti ad osservarle, passando vicino ad esse, e a scegliere quell’immagine che, per qualche aspetto, dice qualcosa di sé in generale, oppure in relazione ad un determinato ruolo sociale che accomuna il gruppo (ad es. cosa dice di me rispetto al mio essere catechista), oppure ad un determinato tema (ad es. cosa dice rispetto all’amicizia).

Dopo che tutti hanno avuto modo di osservare le immagini, il facilitatore, chiarendo che una stessa immagine può essere scelta da più persone, invita a prendere la prescelta e a riposizionarsi in cerchio; ad uno ad uno, secondo l’ordine stabilito dal facilitatore, ciascuno potrà mostrare agli altri la foto scelta ed esprimere cosa essa dice di se stesso, secondo la consegna ricevuta.

Per vivere la dinamica del foto-linguaggio è importante che siano proposte più tipologie di soggetti, come ad esempio:

  1. Immagini indefinite: che si possono interpretare in vari modi;
  2. Archetipi fondamentali: casa, lavoro, montagna, albero, tempo, amore…;
  3. Espressioni del viso;
  4. Forme di relazione (padre- figlio, coppia, bambini che giocano tra loro…)

Quando possibile, questo momento viene introdotto dalla camminata con musica rilassante (vedi pag. 20) .

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